Ho ricevuto l’input per la stesura di questo articolo pochi giorni fa, quando uno sconosciuto suona al campanello della porta di casa mia per chiedere se avevo un lavoro da giardinaggio da fargli fare.
Gli rispondo che non avevo necessità di niente per il momento e gli chiedo esattamente che cosa sta cercando. Mi guarda con occhi imploranti e mi spiega che da qualche mese è in cerca di occupazione dopo la chiusura dell’azienda per cui lavorava da tempo. Lo invito ad entrare un minuto in casa, fuori fa caldo, mi spiega che è in forte difficoltà a mantenere la famiglia.
I successivi 10 minuti di conversazione – a senso unico – sono state lamentele sul fatto che in questo periodo non si trova lavoro, osservandolo leggo la disperazione nel profondo del suo cuore. Mi permetto di dargli un suggerimento piuttosto tecnico per un’azione pratica che sarebbe utile compiere, ma mi rendo conto velocemente che è “sordo” e preferisce restare dentro alla sua convinzione del “nulla può funzionare” e della lamentela sulla sua condizione. Desisto subito dal tentativo di mostrargli che una via esiste, ma mi faccio comunque lasciare i suoi dati in caso sentissi qualcuno che ha bisogno, così ci congediamo.
Inutile dire che ha toccato una corda profonda dentro di me, anche io come lui e come tanti, per lungo tempo ho convissuto con la frequenza della lamentela e sono riuscita a tracciare nuove rotte nella vita solo quando ho scelto consapevolmente di cambiare strada.
Perché la lamentela è così deleteria?
Probabilmente avrai già sentito parlare della Legge di risonanza, ma vorrei riassumerla brevemente: la Legge di risonanza è appunto una legge universale, in azione h24 nella quale Il nostro modo di pensare crea risonanza, il nostro modo di amare crea risonanza, il nostro modo di parlare e di agire crea risonanza. Le antiche tradizioni spirituali ci indicano da sempre che il Tutto è dentro di noi, che dentro e fuori sono Uno, ed è proprio la Legge di risonanza che evidenzia la correttezza di questi messaggi. Quindi è inutile cercare disperatamente fuori quello che non si prova a coltivare dentro.
La legge di risonanza è conosciuta da millenni, ma da un certo punto in poi è finita nell’oblio, restando viva come conoscenza solo in ambienti iniziatici. Ora da qualche pugno di anni si è ripreso a parlarne e sempre più persone stanno diventando consapevoli della sua importanza. Va ricordata una cosa fondamentale: questa legge non attrae ciò che vuoi ma ciò che sei. Ecco perché – e lo chiarirò a breve – il pensiero positivo di per sé non serve a nulla.
Lamentarsi è un’abitudine acquisita, una pericolosa distorsione del modo di interpretare la realtà, è frutto di una credenza su noi stessi e il mondo, dove noi ci percepiamo come immeritevoli a ricevere e dove il mondo è concepito scarso di risorse, di opportunità e di amore nei nostri confronti.
Un pensiero o un atteggiamento di lamentela creano risonanza e il risultato sarà l’esperienza di avere continuamente motivi per lamentarsi, attraverso situazioni di vita più o meno nefaste.
Ogni volta che ti lamenti ti stai precludendo la possibilità di sperimentare la vita nelle sue infinite possibilità; stai dando credito e stai nutrendo i tuoi schemi mentali ripetitivi; stai rinunciando al tuo vero potere creativo in favore di un sistema acquisito in tenera età, appreso dai tuoi famigliari, dalle persone a te vicine, da una società che incentiva l’elemosina e l’assistenzialismo.
Non nasciamo infatti capaci di lamentarci, quando veniamo al mondo crediamo nella vita, siamo connessi a lei e alla sua abbondanza e risposta ai nostri bisogni, ma dalle figure di riferimento possiamo subire delusioni e manipolazioni
“Chi va con lo zoppo impara a zoppicare”
Se chi sta intorno a te seguita a lamentarsi è probabile che anche tu lo impari, è plausibile che quello stesso nutrimento ti abbia spinto a reiterare quella stessa modalità come se fosse l’unica vera e possibile per tentare di ottenere soddisfacimento ai tuoi bisogni. Nulla di più falso!
La lamentela ti mantiene in un ruolo di vittima e ricordati che quando tu vivi dentro quel ruolo, per compensazione avrai sempre bisogno di un persecutore, che sia rappresentato da una persona, da una situazione, da determinati eventi, non fa differenza, sta di fatto che sicuramente da quella posizione lo attirerai.
Ti lamenti e vorresti qualcosa di diverso, senza renderti conto che agendo costantemente in quel modo otterrai lo stesso medesimo risultato. Non ti offendere se ti senti colpito da queste parole, anzi, se senti che muovono qualcosa dentro di te puoi avere la Sacra occasione di usarle per scoprire cosa ti risuona dentro, quali sono gli atteggiamenti che attui nella tua quotidianità quando incontri una difficoltà o subisci un torto.
Cosa fai, ti lamenti e ti crogioli dentro al dolore, oppure sfrutti quella preziosa occasione per conoscerti meglio e correggere il tiro della tua direzione di vita?
Non ho usato a caso il termine “crogiolarti dentro al dolore”, perché se ti ascolti in profondità ti potrai accorgere che dentro di te esiste un qualcosa che in quella lamentela e in quel dolore prodotto ci sta davvero benone, e non ha tanta voglia di essere scalzata dal suo trono.
Se ti stai chiedendo se esiste una via d’uscita per sperimentare qualcosa di diverso, prendi un bel respiro e rilassati perché la risposta è sì, te lo illustro con dei suggerimenti in questa terza parte dell’articolo.
Come uscire dalla lamentela:
- Il più grande e potente antidoto alla lamentela è la gratitudine. Ogni volta che sostituisci la gratitudine alla lamentela stai mettendo un mattoncino in direzione della guarigione. La via della gratitudine non ti dice che ti deve piacere quanto stai vivendo ma ti chiede di cambiare prospettiva rispetto ad esso. Se ad esempio ti lamenti perché il tuo stipendio è di mille euro e tu ne vorresti di più, non è certo lamentandoti della situazione che attrarrai un lavoro più remunerativo o la promozione che sogni. Ringrazia perché intanto quel lavoro ce l’hai, perché con quello che prendi puoi fare la spesa, comprarti un paio di scarpe se ne hai bisogno. Cambia prospettiva, orienta il tuo sguardo nella direzione di quello che c’è, perché se guardi quello che manca andrai inevitabilmente in quella direzione.
- Osserva il tuo corpo e le sue reazioni: il tuo corpo ti invia costantemente dei messaggi molto chiari, quando sei nella lamentela ti senti pesante, le sensazioni che il fisico ti restituisce sono impeccabili, veritiere e osservandole puoi intercettare con facilità se sei sotto scacco di un pensiero connesso alla vibrazione della lamentela. Non sforzarti di mandarla via, diventane solo consapevole, accoglila così com’é, ma toglile l’importanza che di solito le attribuisci. Ad esempio, se inizi a renderti conto che il pensiero ti suggerisce che è vero che la vita con te non è generosa è solo un pensiero, ti accorgerai velocemente che il suo potere nei tuoi confronti diminuisce velocemente.
- Probabilmente sarai circondato di persone che come te si lamentano…fai il possibile per cambiare giro, cerca di circondarti di persone più positive da cui farti ispirare, specie all’inizio. Nell’ambiente di lavoro può essere difficile, non puoi sceglierti i colleghi, ma nelle amicizie è fattibile. Ogni tanto nella vita fa molto bene cambiare giro, incontrare persone nuove con cui confrontarsi. Se c’è qualcuno che ammiri particolarmente perché è capace di ottenere ciò che desidera, osservalo, guarda come si pone nei confronti della vita, ti potrai accorgere con facilità che difficilmente si lamenta, e non cadere nel tranello di pensare che non si lamenta perché ottiene, ma ottiene proprio perché non si lamenta.
- Fai una lista delle cose per cui ti lamenti più spesso, prendile una ad una e per 21 giorni, per ogni voce che hai scritto osserva quando agisci quel comportamento, puoi anche chiedere la collaborazione a una persona di tua fiducia per farti notare quando metti in atto quella modalità. Se riesci a prenderlo come un gioco senza giudicarti negativamente, acquisire questa consapevolezza può davvero esserti di aiuto per disinnescare più facilmente lo schema.
- Se ti accorgi che la lamentela è davvero pervasiva nella tua vita e fatichi a uscirne fatti aiutare da un professionista. Ci sono percorsi di crescita personale ed energetici molto utili per acquisire nuove modalità di relazionarsi con se stessi incentivare circuiti virtuosi e uscire dai loop distruttivi.