Stiamo globalmente attraversando un periodo di grande confusione e transizione. Le notizie che giungono dai giornali, dalle televisioni, da internet e sui social, sono più confuse che mai. Diventa oggi necessario praticare un sano discernimento in mezzo a questo guazzabuglio mediatico.
I tanti dubbi emersi riguardo alle situazioni in essere, spingono da una parte un certo numero di persone a credere ciecamente a qualunque cosa proponga la stampa ufficiale, e dall’altra ad aderire, senza risalire alle fonti, a un certo numero di teorie che facendo un veloce lavoro di indagine, risultano mendaci.
Nel mezzo un articolato labirinto dove, per riuscire a discernere, è necessario un certosino lavoro di raccolta e di verifica, nonché di disponibilità interiore ad accogliere anche alcune verità scomode.
È proprio di questo che vorrei parlarti in questo articolo.
Non è mia intenzione prendere alcun tipo di posizione, ma semplicemente fare una breve disamina su quelle che possono essere le tue difficoltà ad accettare che le cose non siano come te le aspetti.
Quali sono i meccanismi che governano queste modalità e cosa puoi fare per iniziare ad uscire dalle tue gabbie mentali per raggiungere la famigerata libertà?
I QUATTRO CERVELLI
Vorrei ritornare per un momento al contenuto di un precedente articolo ed estenderlo, per ricordarti le funzioni principali dei nostri tre cervelli integrandole con le informazioni riguardanti il quarto cervello: il cervello del cuore.
La neocorteccia elabora ciò che abbiamo appreso e ci sollecita a metterlo in pratica. La neocorteccia è il nostro cervello pensante.
Il cervello limbico o mammifero produce numerose sostanze chimiche che ci aiutano a ricordare le esperienze. Il cervello limbico è detto anche cervello emotivo poiché favorisce la formazione di ricordi a lungo termine permettendoci di richiamarli alla memoria.
Neocorteccia = sapere
Limbico = esperienza – emozioni
Neocorteccia + Limbico = capacità di essere consapevoli e di esprimere il ricordo
Il cervello rettile o cervelletto immagazzina pensieri, atteggiamenti e comportamenti abituali. Responsabile delle risposte automatiche di attacco, fuga o congelamento.
Cervello rettile o cervelletto = abilità – abitudini – reazioni emotive – convinzioni – condizionamenti – ricordi associativi
Il cervello del cuore è un centro di intelligenza fonte di pace, amore, gioia, libertà, potere creativo, rispetto, abbondanza, calore umano, cooperazione e condivisione. Il cuore, che è a tutti gli effetti un quarto cervello, è dotato di circa 40.000 neuroni e di uno straordinario campo magnetico di molto superiore a quello del cervello superiore.
Cervello del cuore = funzionamento quantico – intuizione – conoscenza diretta – emozioni e pensieri positivi – Amore – saggezza – padronanza emotiva e mentale
Perché quindi tu come tanti puoi essere spinto ad accettare una comoda bugia piuttosto che una scomoda verità?
Cosa ti spinge ad avere così paura di cambiare idea e accettare i cambiamenti di prospettiva o di vita?
Di ogni cosa o elemento che ci è noto della nostra vita abbiamo creato dentro di noi una rappresentazione mentale: rappresentiamo persone, luoghi, situazioni, cose, eventi. Qualunque rappresentazione facciamo, sia consapevolmente, sia inconsapevolmente, è connessa ad una sensazione corporea, la quale è collegata ad una specifica rete neurale, un circuito chimico e neurologico.
In altre parole e semplificando, diventiamo dipendenti dalle stesse sostanze prodotte dal nostro corpo, anche quando queste ultime potenzialmente non ci fanno vivere bene.
Quante persone conosci che stanno bene solo quando stanno male?
Magari è così anche per te?
Quante volte accetti o tolleri una situazione dannosa o potenzialmente tale per te, anche se sai che non ti fa bene, ma proprio non riesci a prendere una decisione differente o non vuoi vedere le cose per come sono?
L’esempio forse più tipico è l’infedeltà del coniuge: ci sono tutti i segnali, dentro di te lo sai benissimo che ti sta tradendo, ma se qualcuno osa dirtelo diventi una furia. Anche in questo caso meglio una comoda bugia piuttosto che una scomoda verità?
Andiamo a osservare attentamente cosa succede, perché molte persone si arrabbiano se qualcuno mostra loro la verità?
La rabbia è un’emozione secondaria, è una forza molto potente ed è utile per darci una direzione. Tuttavia, quando è agita in modo inconsapevole diventa un’energia distruttiva invece che direzionale. Ti dice qualcosa quanto scrivo? La rabbia, nasconde molto spesso emozioni come tristezza, senso di impotenza, paura.
Ecco perché spesso, molto spesso, alcune persone difendono cose indifendibili e in modo estremamente aggressivo, lo vediamo molto bene in questi ultimi tempi. Probabilmente sarebbe troppo per loro incontrare le vere emozioni che si celano sotto, sono abituate e assuefatte ai propri circuiti di risposta, preferendo di gran lunga le comode bugie alle scomode verità.
Se stai leggendo questo articolo e ti irrita quanto leggi, probabilmente in qualche area della tua vita riguarda anche te, ti invito a non giudicarti per questo, ma osservati e inizia a prenderne nota e a diventarne consapevole.
Anche se i meccanismi di risposta automatica sono potenti, poiché sono allenati da molti anni ad un certo tipo di apprendimento, sia la scienza più recente che la spiritualità, da sempre, ci dicono che abbiamo comunque modo di evolverci e di espandere noi stessi.
Uno degli esercizi che più spesso propongo alle persone che si rivolgono a me quando si trovano in situazioni confuse, che attraversano fasi di cambiamento, o che hanno a che fare con emozioni che faticano a gestire, riguarda gli esercizi di presenza. Spostare l’attenzione dalla mente, con tutti i conflitti dovuti ai vari enti interiori in cui ognuno vuole dire la sua, allo stare presente nel quieora in quelle che sono le emozioni scaturite, risulta essere immediatamente efficace nella gestione delle stesse.
Quando la mente è più quieta, con mente intendo proprio il sistema limbico e rettile di risposta automatica, allora può farsi strada un nuovo nucleo di consapevolezza dal quale anche le nostre scelte e decisioni non sono più frutto di automatismi, paure o esperienze pregresse, ma sono frutto di una autocoscienza superiore e sono volte al nostro massimo benessere.
Spostare l’attenzione dalla mente al centro del nostro cuore, inteso come punto fisico ma anche come spazio di attenzione, facilita in modo impressionante l’apertura e la tolleranza che possiamo esercitare nei confronti di quello che stiamo attraversando permettendoci di fare un prezioso lavoro alchemico interiore.
Come descritto sopra, il cervello del cuore è la fonte delle nostre capacità intuitive, è un centro che ci riporta alla pace originaria, ci aiuta a gestire in modo appropriato le emozioni, a fare scelte congruenti alla nostra verità interiore, invece che farci aderire a quanto proposto dal mondo fuori.
Quando a dirigere è il nostro Maestro, il nostro sé, mediante il cervello del cuore, non è più l’ego attraverso l’amigdala dal comportamento istintivo, o la neocorteccia che è limitata a guidare le nostre scelte e azioni, ma abbiamo accesso ad una saggezza amorevole, a un’intelligenza superiore, alla precisa intuizione, ad una conoscenza diretta che ci guida verso un benessere più grande, verso scelte sagge e giuste, sia per noi che per gli altri.
Le emozioni che viviamo non sono di per sé qualcosa di negativo, solo che non sono loro né la mente automatica i centri più idonei a guidare le nostre scelte, decisioni e azioni.
Nella prima parte dell’articolo scrivo che la rabbia è una potente forza direzionale, anche la tristezza, la paura e ogni tipo di emozione che potenzialmente può essere distruttiva ha il suo altro lato della medaglia che, quando accolta e lasciata espandere, rivela le sue intrinseche qualità, solo che per scoprire queste qualità serve il “setaccio” del cuore.
Una delle leggi dell’entropia universale recita che: “Nulla si crea nulla si distrugge e tutto si trasforma”.
Se vogliamo essere liberi di poter disporre del nostro destino, come individui, come società e come specie, oggi più che mai abbiamo bisogno di prenderci in carico di quanto sperimentiamo dentro di noi, non è più il tempo di delegare né alle autorità esterne né a quelle interne e automatiche, pena il perpetuarsi della sofferenza.
“Venne il momento in cui rimanere chiusi in un bocciolo era più doloroso che sbocciare” Anaïs Nin