Quelli che vengono normalmente nominati come problemi, siano essi delle cose banali o transitorie, piuttosto che situazioni ricorrenti nel corso della vita, sono frutto di scelte inconsapevoli riguardanti il modo in cui si guarda e si interpreta la vita.
«La mente è il più crudele assassino della verità»: questa citazione della fondatrice della Società Teosofica Helena P. Blavatsky è un esempio che indica come la propria realtà personale sia una “proiezione” di un’interpretazione rispetto al piano della realtà.
Ogni pensiero, che sia consapevole o meno, produce sia a breve che a lungo termine dei risultati: i risultati sono la vita stessa. La mente quindi, guida costantemente nella direzione di determinate esperienze, siano esse positive che negative, condizionando le vite, le relazioni umane e le scelte delle persone. Quando gli individui vivono delle difficoltà, arrivano molto di frequente a disapprovare se stessi o gli altri, mancando un bersaglio fondamentale rappresentato dall’amore per sé. L’amore è un grande risanatore, ha un potere immenso di guarire di curare ferite più o meno profonde, di ribaltare prospettive e scelte, che assumono così significati più profondi e allineati all’essenza personale.
La mente costruisce un senso di identità adattato che si basa sul riconoscimento di schemi formati da pensieri, emozioni, sensazioni conosciute e familiari. L’individuo poco alla volta nel percorso della sua crescita, impara a identificare se stesso attraverso emozioni note, forme che riconosce come proprie (es. il corpo), sensazioni fisiche.
Tutto questo “lavoro” interno, nasce e si sviluppa partendo comunque da forme-pensiero, quindi dalla mente. Sono costruite così immagini interiori che possono essere accettate e che si possono mostrare, altre invece, giudicate inaccettabili, non solo non vengono mostrate all’esterno, ma sono nascoste alla stessa consapevolezza della persona, che quindi diventa “vittima” inconsapevole di se stessa.
La mente offre un territorio limitato all’interno del quale la persona si può muovere; offre strumenti di interpretazione della realtà attraverso opinioni, giudizi, valori; fornisce un certo senso di sicurezza basato sul passato e sulla convinzione di sapere chi si è, come funziona il mondo e come ci si deve relazionare con esso in base a dei criteri fissi.
Iniziare a dubitare di questa struttura di controllo interiore può essere molto impegnativo per la persona, poiché significa entrare in contatto con una serie di emozioni e sensazioni che vanno dal senso di colpa alla vergogna, al sentirsi inizialmente disorientati e confusi. Lasciare la vecchia strada può costare inizialmente in termini di energia impiegata per il cambiamento. D’altro canto, a quasi nessuno è stato insegnato a percepire con il proprio cuore, la propria pancia e la propria testa, a seguire le intuizioni che arrivano come brevi lampi ad indicare quale può essere la scelta più corretta. Ciò che invece è stato più facilmente incentivato è l’ascolto delle opinioni altrui, l’aver paura del cambiamento, la difesa dei propri rigidi punti di vista, la non fiducia, l’avere un’identità fissa, stabile, coerente nel tempo, intesa come sempre uguale.
Le persone sono nella stragrande maggioranza dei casi identificate con la propria storia personale, che è un’interpretazione di ciò che gli eventi sono stati e dei significati attribuiti a questi eventi: ecco dove la mente costruisce l’“IO SONO”, cioè quell’interpretazione con cui le persone si identificano e che credono l’unica “vera e giusta”.
Quante informazioni sono immagazzinate nel database di ogni individuo?
Miliardi. Informazioni che rimangono impresse nella mente e nel suo campo energetico, sia che esse siano utili, sia che non lo siano. Ecco perché liberare la mente da schemi prefissati è così importante; tali immagini rendono le persone poco o per nulla allineate con il proprio presente e le situazioni che la persona vive e attraversa. Le immagini sono spesso infantili, limitanti, interferiscono con le libere scelte e le espressioni dei propri potenziali.
Come si libera la mente da schemi prefissati?
Esistono molti modi per liberaci dai condizionamenti della nostra mente. Per disidentificarsi (cioè separare la nostra identità personale dai contenuti della mente), è come scritto sopra, necessario iniziare a dubitare dei pensieri autoprodotti: è proprio vero ciò che sto pensando o che credo? Potrebbe anche essere diverso? È necessario provare a mettere in dubbio le credenze personali, per esempio informandosi sulla loro attendibilità e verificando attraverso varie fonti. È necessario essere disposti ad ammettere che abbiamo torto e questo non piace, siamo figli dell’epoca in cui l’errore è stato ed è fortemente condannato, ma oggi viviamo una grande opportunità di risveglio.
Stare vigili e presenti. Questo significa imparare a osservare i propri pensieri e sensazioni fisiche, le emozioni che emergono da dentro: le emozioni sono riposte del nostro sistema alle sensazioni interne, e queste ultime sono figlie di convinzioni, rimembranze, ricordi e rammenti.
In questo tempo possiamo scegliere se essere finalmente liberi o se consegnare ancora una volta il nostro libero arbitrio a enti esterni (crediamo di essere liberi, ma quando le scelte sono frutto di condizionamenti non lo siamo mai!).
Questa libertà interiore che si può guadagnare, anche se è impegnativa da raggiungere, toglie la paura circa l’incerto futuro che ci si para davanti, perché quando siamo liberi dentro siamo più lucidi e le scelte che compiamo sono frutto della nostra verità personale, che quando è contattata è granitica e non ci fa cedere.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di recuperare la nostra saggezza interiore per guidarci e attraversare le acque tumultuose in cui ognuno di noi si trova. Il cambiamento è arrivato!