Vergogna e paura hanno la capacità di annientare la nostra Energia Vitale quando noi permettiamo che diventino predominanti nella nostra vita.
I pensieri negativi prodotti e l’intera idea che abbiamo sviluppato di noi stessi prendono il sopravvento nella nostra mente arrivando a dirigere le nostre esistenze.
Per uscire dall’impasse causata da questo schema distruttivo, che rischia di condurci sempre più verso il basso, si rende necessaria un po’ di fatica. Ci sono dei passi che aiutano enormemente l’uscita da questi schemi, vediamo quali sono:
- Il primo passo consiste nel recuperare Energia Vitale: una passeggiata all’aria aperta, preferibilmente nella natura e respirando profondamente è il primo toccasana utile per far fluire una maggiore energia dentro di noi. L’aria che respiriamo non è solo aria, è infatti anche nutrimento energetico utile ai nostri corpi sottili per funzionare meglio e per poter espellere le tossine – fisiche, emozionali, mentali.
- Il secondo passo consiste nell’esporci. Esiste infatti un vero muro di silenzio intorno alla nostra vergogna, un muro di segreti. Esporci significa condividere, significa confessare l’inconfessabile, prima a noi stessi e progressivamente al mondo. Alla nostra mente tutto ciò appare orribile, ma una volta che noi riusciamo a farlo apriamo letteralmente quei centri energetici che la vergogna ha sigillato e che ci impediscono di esprimerci. Dobbiamo ricordarci che, come tutte le ferite, anche questa ha bisogno di luce e calore per poter guarire
- Terzo passo, che è collegato al secondo, riguarda l’onestà in primis con noi stessi. Essere onesti può risultare difficile, significa correre il rischio di ricevere critiche, di restare soli, di non piacere. In qualche modo la disonestà permette di omologarsi, di non rischiare, di mantenere uno status quo fatto di privilegi, di restare dentro ad un comodo stato ipnotico. L’effetto dell’ipnosi è la mancanza di evoluzione personale e spirituale, la seconda intesa come conquista della piena liberta di essere se stessi e vivere secondo l’anelito della propria anima.
- Il quarto passo consiste nel rischiare di esistere, di essere vivi. Quando esistiamo, quando viviamo veramente, diventiamo visibili, il nostro fare e il nostro essere si allineano diventando la stessa cosa e questo porta inevitabilmente fuori dalla banalità e dall’omologazione. Viviamo in una società in cui l’omologazione è diventata un valore e l’unicità è guardata con sospetto, ma è proprio il recupero della nostra unicità che fa di noi dei veri umani e ci eleva nello spirito.
- Il quinto passo consiste nel rischiare di rischiare. Ebbene sì, correre dei rischi a volte comporta fallimenti e delusioni, comporta assumersi la responsabilità e il peso del risultato delle nostre scelte, ma è proprio questo portarci fuori dalla vita convenzionale che permette di fare esperienza e acquisire, nel tempo, saggezza. Rischiare di seguire la spinta della nostra energia, della nostra anima richiede coraggio, significa fare quello che sentiamo va fatto, di onorare la spinta vitale che esiste in noi, esprimendola.
Buona esplorazione.